sabato 16 febbraio 2008

La censura dei mass media nei confronti della Sinistra Arcobaleno

Riporto due articoli pubblicati da Liberazione (del 16 febbraio 2008) che riguardano l'atteggiamento censorio delle testate giornalistiche nei confronti de "La Sinistra, L'Arcobaleno". Il primo è una lettera-denuncia inviata ai direttori delle maggiori televisioni nazionali dagli esponenti del movimento ("La Sinistra - l'Arcobaleno" accusa:«Siamo censurati dai mass media»); il secondo è uno stralcio dell'intervento di Rina Gagliardi (Riuscirà la sinistra a impedire che Silvio e Walter trasformino l'Italia in provincia americana?) sul sostegno di stampa e tv alla prospettiva del bipartitismo costruito su due forze simili e della semplificazione di ogni complessità della politica.

"La Sinistra - l'Arcobaleno" accusa:«Siamo censurati dai mass media»

"Caro direttore", comincia così la lettera denuncia inviata ai direttori delle maggiori televisioni nazionali dagli esponenti de "la Sinistra l'Arcobaleno". Una lettera appunto che denuncia. Denuncia una censura ingiustificata e ingiustificabile che è di fatto in atto nei confronti della nuova formazione politica che riunisce le forze della Sinistra (Rifondazione, Sd, Pdci e Verdi) e che non trova spazio nei maggiori tg o nelle trasmssioni di maggior ascolto. Inoltre - sottolinea "la Sinistra l'Arcobaleno" - «è da tempo invalsa l'abitudine, nei Tg, nei "talk show" e nelle trasmissioni d'intrattenimento dedicate alla politica, di riferirsi alle forze della Sinistra definendole sbrigativamente "sinistra radicale", "sinistra massimalista", etc.». Ma non è così. «Facciamo presente - chiariscono ancora in una nota gli esponenti della Sinistra l'Arcobaleno - che la lista unitaria della Sinistra ha una denominazione precisa, "la Sinistra l'Arcobaleno", e un simbolo, quello che gli elettori troveranno sulla scheda elettorale. Riteniamo che riferirsi alla lista della Sinistra adoperando la sua denominazione sia pertanto il solo modo di fornire un'informazione corretta e un utile servizio agli elettori».Inoltre, è chiaro, che la denuncia vale per tutto un sistema in sé. Un sistema mediatico che sta esattamente non rispondendo in modo corretto non solo alle regole che debbono valere in campagna elettorale, ma che presenta in un modo piuttosto incongruo soprattutto "questa" campagna elettorale. Proporla ai più come una competizione limitata ai due partiti principali a uno scontro frontale Berlusconi-Veltroni non è affatto corretto. Infatti la sfida non è "a due". E' di ieri la notizia che Mastella correrà quasi sicuramente da solo. E così Casini dovrà ancora sciogliere il nodo se si presenterà con Berlusconi o no. E comunque sono ben dieci i simboli che gli elettori si ritroveranno sulle schede. «Com'è noto - scrivono ancora gli esponenti della Sinistra - le forze politiche principali e i rispettivi candidati in campo sono per ora almeno tre, ed è probabile che diventino quattro nelle prossime ore. In questa situazione, fingere di trovarsi in un sistema bipartitico e concentrare l'attenzione sulla "sfida" tra i due partiti considerati maggiori significherebbe fornire un'informazione fortemente imprecisa e condizionare pesantemente quella che deve restare una limpida competizione elettorale tra diverse forze e diversi candidati».

Riuscirà la sinistra a impedire che Silvio e Walter trasformino l'Italia in provincia americana?

Tv, Radio e grandi quotidiani (salvo lodevoli eccezioni) informano indefessamente di ciò che dicono e propongono i due protagonisti della campagna elettorale, Veltroni e Berlusconi. Siamo già all'ossessione, alla coazione a ripetere. Come se, il 13 e 14 aprile, fossero soltanto due le formazioni politiche tra cui scegliere, Pd e Pdl. O come se fossimo già al bipartitismo americano e la gara finale tra Walter Obama e Silvio McCain fosse già in corso. Ecco il primo scandalo che ci permettiamo di segnalare (e che comunque un po' ci fa infuriare): a tutte le altre forze politiche, quelle "non veltroniane" e "non berlusconiane", viene riservato un trattamento da figli di un dio minore. Compresi, a destra e a sinistra, l'uso terroristico e iperpropagandistico dei sondaggi (l'altro giorno, il giornale di Berlusconi apriva con un titolo a tutta pagina, "Da solo, l'Udc al 2,9 per cento". Quale notizia di millimetrica precisione, a più di due mesi dal voto effettivo!), che son diventati ormai l'altra ossessione (per nulla innocente) del berlusconismo dominante. Il fatto è che in queste elezioni la posta in palio non si limita alla scelta, ovvia, dei vincitori e dei perdenti: essa contiene, fin dall'inizio, un fattore "formale", di carattere però decisivo, che possiamo battezzare SP, Sistema Politico. Dopo Pasqua, cioè, l'elettorato italiano non dovrà decidere soltanto se è venuto il momento (o no, come si spera) di far tornare il Cavaliere, per la terza volta, alla guida di questo Paese: dovrà anche decidere se accetta e fa propria la "Grande Semplificazione" che viene prospettata da molti. Dal Cavaliere stesso, in primis, con la sua insistita litania sul voto a due e l'inutilità assoluta dei nanetti. Dalla scelta di corsa solitaria (benché in compagnia dipietrista) del Pd. Dal coro mediatico quotidiano, nonché da quei grandi potentati che da un pezzo sono orientati a ridurre il più possibile il peso e la forza della politica, intesa come strumento di autoorganizzazione di massa. Dunque, lo scontro è a questa altezza, e a questa altezza bisogna collocarlo. Non diremo, no, che è in atto una "congiura" volta alla cancellazione della sinistra politica dalle istituzioni - siamo non da oggi refrattari ad ogni ipotesi complottista. Ma ce la sentiamo di dire che per molti l'obiettivo dichiarato è anche questo: cancellare l'anomalia italiana e far somigliare il Belpaese, come dice il nostro segretario Franco Giordano, "a una provincia americana". [...]

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