lunedì 31 marzo 2008

Le fogne sono vuote …

Le fogne sono vuote …: "… perchè in questo periodo i fascisti se ne stanno andando liberamente in giro per l’Italia a spedir cartoline."

Heart Hour

Heart Hour: "Un’altra iniziativa mondiale per tagliare le emissioni di gas serra: dopo l’italiana M’illumino di meno del mese scorso, ecco l’Heart Hour, un’ora dedicata al risparmio energetico per la terra. Il 29 marzo dalle 20 alle 21 a Roma si spegneranno le luci del Colosseo e in tante altre città d’Italia si moltiplicano le azioni per aderire all’iniziativa “un’ora per la terra”"

Presi nella Rete

Venerdì 4 aprile a San Felice si terrà il primo di tre incontri del ciclo Presi nella rete. Come sfruttare le opportunità di Internet. L’iniziativa nasce da un’idea della Commissione di Biblioteca, consapevole che Internet è una risorsa importante, uno strumento di comunicazione, un accesso libero alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all’informazione. Valorizzare tale risorsa e farla conoscere rientra quindi negli obiettivi di una biblioteca pubblica, a cui lo stesso Manifesto Unesco assegna il compito di agevolare lo sviluppo delle capacità di uso dell’informazione e del calcolatore.
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venerdì 28 marzo 2008

E’ morto Gino Doné Paro

"E’ morto all’eta’ di 83 anni Gino Done’ Paro. Una storia che vale la pena di conoscere.
Nell’archivio storico della FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) a Cuba vi è un dossier su Gino Donè Paro, (l’unico italiano, anzi l’unico europeo) che partecipò alla rivoluzione cubana negli anni 50 …"
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Un Paese in bottiglia

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua parte Imbrocchiamola! Il secondo appuntamento della nuova campagna di Legambiente "Ridurre si può" che promuove, insieme alla rivista Altreconomia, l’uso dell’acqua di rubinetto presso ristoranti, pizzerie e bar, ma anche in casa, per ridurre i consumi di acque minerali, evitando sprechi di energia e risorse, produzione di rifiuti plastici ed emissioni di CO2 da trasporto su strada.
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Al bando le lampadine ad incandescenza

In base all’aticolo 2 della legge 244/07, che è stato approvato nell’ultima finanziaria, a iniziare dal 1 gennaio 2011 saranno vietate in tutto il territori nazionale la vendita, l’importazione e distribuzione di lampadine a incandescenza.
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rosso di sera…

rosso di sera…

giovedì 27 marzo 2008

sabato 15 marzo 2008

Coincidenze

Dal "Piano di rinascita democratica", della loggia P2, sequestrato nel luglio 1982, all’aeroporto di Fiumicino, nel sottofondo malamente camuffato di una valigia di Maria Grazia Gelli, figlia di Licio, che stava tornando in Italia da Nizza. Il documento è databile attorno al 1976:

PROCEDIMENTI
1) Nei confronti del mondo politico occorre:
a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali puo' essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciacuna rispettiva parte politica (per il PSI, ad esempio, Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli);
b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilita' esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica;
c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti -con i dovuti controlli- a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti;
d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della societa' civile [...]

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domenica 9 marzo 2008

Il voto “utile” per la Sinistra Arcobaleno

di Claudio Baccianti - Megachip

Se sei tra quelli che vorrebbero votare la Sinistra arcobaleno ma pensano di sacrificarsi con un voto “utile” al Partito Democratico, allora è importante che tu legga questo articolo. Con questa legge elettorale non esiste “voto utile” che possa tenere Berlusconi lontano dal Governo della Repubblica Italiana. Non solo: per come è fatto il “Porcellum”, votare la Sinistra Arcobaleno in alcune regioni sottrae senatori al Popolo delle Libertà.
I possibili esiti delle elezioni di aprile sono due: il Popolo delle Libertà vincerà in entrambe le camere, oppure ci sarà un pareggio perché al Senato mancherà una chiara maggioranza. Come insegna l’esperienza di Prodi, per governare non basta il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati.
Riflettiamo un attimo sulla prima ipotesi. Il PD ha voluto “correre da solo” ed è partito con un abisso di voti che lo dividevano da Berlusconi. In queste settimane ha recuperato, ma i sondaggi sembrano confermare un distacco ancora molto ampio che difficilmente potrà essere colmato. Allora, visto che chi vince si prende il premio di maggioranza del 55 % e gli altri si spartiscono il resto, perché tapparsi il naso e dare i propri voti al Partito Democratico? Il PD si rafforzerebbe a scapito della Sinistra Arcobaleno e ciò sarebbe una beffa per chi ha fatto un “sacrificio” per cercare di salvare l’Italia da Berlusconi.
Passiamo all’altro esito possibile: il pareggio. Sul Sole 24 Ore del 26/02/2008 e del 02/03/2008 il professore Roberto D’Alimonte ha pubblicato due articoli nei quali spiega che, cifre alla mano, c’è una significativa probabilità che venga fuori un “Senato zoppo”. Scrive: “ In sintesi, la presenza di diverse liste fuori dai due poli principali, Pd-Idv e Pdl-Lega, cambia la natura della competizione mettendo ancor più a rischio il conseguimento di una vera maggioranza al Senato ”. Questo accade perché “ il risultato finale non dipende solo da quante regioni si vincono ma anche da come si perde nelle regioni in cui vincono gli altri ”. Berlusconi e Veltroni lo sanno e per questo un giorno si e uno no parlano di possibili larghe intese o grandi coalizioni dopo il voto. Ciò accadrebbe anche se il PD non riuscisse a guadagnare altri voti dagli indecisi e dipende dal fatto che il Pdl non ha più con sé il centro (UDC e Rosa Bianca).
D’Alimonte aggiunge che “ il vero rischio per il Cavaliere viene paradossalmente dalla Sinistra Arcobaleno ”, perché dove vincerà il PD il Popolo delle Libertà dovrà spartirsi il rimanente 45% dei seggi con la Sinistra e le altre forze che supereranno lo sbarramento. Quindi è anche importante che la Sinistra Arcobaleno superi la soglia dell’ 8% al Senato!
Ho sentito molti che sono indecisi tra ascoltare il cuore , e votare a sinistra, o la testa , votando il PD per fermare Berlusconi. Alcuni hanno cercato di convincere queste persone con altri argomenti, in questo articolo ci provo con freddi ragionamenti di meccanica elettorale. Ritengo però che quest’altre argomentazioni a favore del voto a sinistra siano altrettanto valide, come l’importanza della sopravvivenza della sinistra e la possibilità che un Arcobaleno forte possa influenzare le posizioni del PD (come sta avvenendo in Germania) o frenare eventuali “inciuci”. Se si mettono insieme tutti questi vari argomenti, non rimane alcun motivo per un “voto utile” al Partito Democratico: si può votare Sinistra Arcobaleno anche ascoltando la testa.

***

Aggiungo un breve riassunto dei dati regionali relativi alle poltiche del 2006 al Senato, considerando la somma tra Rifondazione e Insieme con l'Unione (Verdi e Comunisti Italiani). Sinistra Democratica ancora non era presente.
In verde le regioni in cui lo sbarramento dell'8% dovrebbe essere facilmente raggiungibile, arancioni quelle in bilico, in rosso quelle critiche.

Piemonte 12,5
Lombardia 11,7
Veneto 8,7
Friuli Venezia Giulia 10,0
Liguria 13,1
Emilia Romagna 12,9
Toscana 16,0
Umbria 14,8
Marche 13,0
Lazio 13,0
Abruzzo 10,9
Molise 7,6
Campania 10,4
Puglia 9,4
Basilicata 11,3
Calabria 11,3
Sicilia 7,8
Sardegna 12,6

Mussi: Il duopolio è già iniziato e il Pd vuol cancellare la Sinistra

Da "La Repubblica" del 1 marzo 2008. Un intervista di Claudia Fusani al Ministro Fabio Mussi, fondatore di Sinistra Democratica

“Non mi scandalizzano le candidature in sé. Ma le candidature più le idee che l’accompagnano: per esempio quella che l’imprenditore e l’operaio sono entrambi lavoratori. E’ vero che l’imprenditore è un lavoratore, ma non è vero il contrario, perché di mezzo c’è il piccolo dettaglio che si chiama il capitale” [Fabio Mussi]

Ministro, come va?
“Sto bene, i due reni nuovi funzionano… Ne approfitto, a 18 giorni dall’intervento chirurgico, per ringraziare di cuore i tanti - compagni, amici e anche avversari politici - da cui ho ricevuto un fiume di messaggi. Quella che sto vivendo è un’esperienza importante. Ho sperimentato qui a Bergamo il valore della scienza italiana e i livelli di qualità raggiunti dal sistema sanitario pubblico. E’ emozionante ricevere, da uno sconosciuto che ha terminato la sua vita, organi che consentono di allungare la tua. E’ un grandissimo atto di altruismo. In futuro testimonierò sempre a favore della cultura della donazione”.
Veltroni l’ha salutata dal palco dell’Assemblea Costituente del Pd, la platea del padiglione 4 del Palafiera di Roma si è alzata in piedi. Qualche rimpianto? Rifarebbe tutto?
“Me l’hanno detto, e mi ha fatto piacere. Se si passano quarant’anni insieme, non ci si può sentire degli estranei. Ma le scelte politiche sono scelte politiche. Non ho rimpianti, e rifarei tutto. Non mi dispiace che al Congresso di Firenze la separazione sia avvenuta senza che volassero stracci: un episodio di civiltà politica in verità piuttosto raro”.
Come trascorre queste giornate di convalescenza?
“Terapie in ospedale, una montagna di medicinali, qualche passeggiata con mia moglie Luana. Poi libri, tv, giornali, telefono, internet”.
Primo scorcio di campagna elettorale. Qualcosa l’ha fatta arrabbiare?
“Il coro. L’inaudito corteo dei media, con cimbali, trombe e pifferi a cantare compatti le lodi di Pd e Pdl. Non si è ancora formato il duopolio e i mezzi di comunicazione sembrano già in monopolio…”.
C’è davvero un rischio duopolio?
“Ho visto una mobilitazione senza precedenti per ridurre a due il sistema politico italiano. Naturalmente non due partiti, ma due aggregati. Da una parte il Pdl di Berlusconi, Fini piu Mussolini, Dini e merci varie, collegate a Lega Nord e Lega Sud. Dall’altra il Pd con dentro i radicali e il tutto collegato con Di Pietro. Gli uni e gli altri intenzionati a fare terra bruciata. Questo è uno schema che non ha eguali in Europa e che provocherebbe un’amputazione della democrazia. Tanto più che in assenza di altre opzioni i due blocchi tenderebbero inesorabilmente a convergere, sul piano politico, culturale, e programmatico. I segni non mancano”.
E’ come se Veltroni e Berlusconi avessero realizzato per via extraparlamentare quella riforma bipolare su cui avevano trovato l’accordo prima di Natale.
“La novità non è il bipolarismo, quello c’era già. La novità è il duopolio. E, com’è avvenuto con le televisioni, temo che il duopolio porti inesorabilmente al trash…”.
Il Pd non ha voluto voi ma imbarca Di Pietro e i Radicali. Perché?
“Perché le affermazioni “andiamo da soli” e “il programma non è trattabile”, erano una bufala. L’obiettivo vero è cancellare la sinistra. Fondamentale è farla fallire”.
Veltroni vi accusa di essere “conservatori.
“Una boutade. Qualche volta ci accusano di essere conservatori, qualche volta estremisti”.
Siete estremisti?“Sull’estremismo farei una riflessione: io per esempio trovo piuttosto estremista che una parte grande delle nuove generazioni sia destinata a passare decenni in lavori precari con salari da fame. Trovo moderato che dopo un certo periodo il lavoro e la vita escano dalla precarietà. Trovo estremista che l’Italia sia settima al mondo per spese militari (4° per spese militari pro-capite e 32° per spese in Università e ricerca scientifica). Trovo moderato che si scenda da una parte e si salga dall’altra. Potrei continuare a lungo…”.
Nelle prossime settimane userete fair play con gli ex cugini Ds ora nel Pd?
“Per la verità gli schiaffi li abbiamo già ricevuti da loro: prima una totale chiusura, non dico ad un’intesa ma a un confronto programmatico. Poi una campagna mistificatoria sul “voto utile”. Infine addirittura qualche appello del tipo “votate Pd o Pdl”.
Ha molto da rimproverare?
“Una cosa mi ha parecchio colpito: il Pd, nell’ultima legislatura, ha avuto nelle proprie file 18 ministri su 25, il Presidente del Consiglio, due vicepresidenti, tutti i ministeri chiave, i due gruppi parlamentari più grandi e non si è assunto alcuna responsabilità per i risultati del Governo Prodi, tentando di scaricare tutto sugli alleati (per la verità non tutti, visto che Di Pietro che ha rappresentato uno dei maggiori fattori di instabilità del governo, ha la lista collegata col Pd). Questo non è decoroso. Ogni volta che la Sinistra ha provato a fare qualcosa di più, sui salari, sul precariato, sui diritti civili, sulla ricerca, ha trovato nel Pd un muro. Perché ora dovrebbero essere credibili i mirabolanti annunci?”.
Ieri la Sinistra-L’Arcobaleno, il soggetto unico a sinistra del Pd su cui lei ha tanto investito, ha presentato il suo programma. Parola d’ordine: “Fai una scelta di parte”. Crede veramente che il paese abbia voglia di fare una scelta di parte? Di sentirsi e quindi di definirsi di destra o di sinistra?
“Ma lei ha chiaro qual è l’etimologia della parola “partito”?”.
Vuol dire “di parte”.“Viene esattamente da “parte”. In una democrazia matura nessun soggetto rappresenta il tutto. E’ una patologia che qualcuno lo pensi. Quanto alla distinzione in “destra” e “sinistra”, si tratta di una delle cose politicamente sensate che valgono da un paio di secoli e che non sono tramontate. Sostituirle con categorie insignificanti - tipo vecchio/nuovo , moderno/antico - è un’autentica truffa. Può dar luogo anche a rappresentazioni suggestive, ma dice poco o niente della vita e del mondo reale”.
Quali sono i punti forti di questo programma su cui punterete?
“Rimessa in valore del lavoro umano e dell’ambiente naturale. Libertà delle persone, il che comporta difesa integrale della laicità dello stato. Lotta senza quartiere contro la corruzione e le mafie. Disarmo e strategie di pace e di cooperazione internazionale”.
Parlate anche di lotta alla precarietà e aumento delle retribuzioni. Con quale copertura finanziaria pensate di farlo considerando che la congiuntura economica internazionale è e sarà pessima?
“Scusi ma lei fa a me questa obiezione?! Qualcuno ha fatto un qualche studio sui dodici punti da trasformare in leggi annunciati dal Partito Democratico? Io mi sono fatto fare una ragionevole stima: trattasi, a occhio e croce, di 40 miliardi di euro di nuove spese, e di realistici risparmi di 4 miliardi di euro”.
Quindi è impossibile?
“Forse, quando si parla di risorse occorrerebbe non trascurare il punto essenziale: la disuguaglianza. L’Italia, come dimostrano tutti gli indicatori, è diventato negli anni uno dei paesi più diseguali del mondo. Il 10% delle famiglie possiede il 45% della ricchezza. E’ cresciuta l’area della povertà assoluta e relativa, i salari sono precipitati agli ultimi posti in Europa, sono precipitate le condizioni di vita di una parte grande delle classi medie. Bisogna intervenire”.
Come?“Con politiche redistributive forti per ridurre la disuguaglianza, e per ritornare dall’attuale “repubblica fondata sulle rendite” alla “repubblica fondata sul lavoro” “.
Veltroni ha definito il Pd “il partito del lavoro”: ha candidato il numero 1 della Confindustria giovani e l’operaio sopravvissuto della Thyssen-krupp. L’economista Ichino e l’impiegata di un call center.
“Non mi scandalizzano le candidature in sé. Ma le candidature più le idee che l’accompagnano: per esempio quella che l’imprenditore e l’operaio sono entrambi lavoratori. E’ vero che l’imprenditore è un lavoratore, ma non è vero il contrario, perché di mezzo c’è il piccolo dettaglio che si chiama il capitale”.
Intende il plusvalore?
“I dati sono noti: il lavoro operaio e dipendente è numericamente cresciuto, ma un’enorme quota di ricchezza prodotta si è spostata dai salari ai profitti e alle rendite. Siamo tornati ad una quota del Pil destinata ai salari pari a quella della fine degli anni cinquanta, prima del boom”.
Gli imprenditori non hanno investito in innovazione e ricerca?
“Assolutamente no. Le imprese italiane su questo punto sono molto indietro a quelle europee. Una parte grande di questo fiume di soldi è andato ad alimentare quello che Ricardo, uno dei padri dell’economia classica inglese, chiamava “consumo signorile”.
Anche a sinistra c’è chi ha la barca…
“Non intendo solo una barca. Parlo di automobili, gioielli, case di lusso, prostitute… se non si spezza questo diabolico meccanismo l’Italia è perduta”.
Il Pd si è disfatto del fardello comunismo ma gli scoppia in casa la questione laica. Come finisce tra Binetti e Bonino?
“E chi lo sa! So che la Bonino è a favore dell’abrogazione del Concordato, è contro la legge 40, è a favore dell’eutanasia. Non sarà facile”.
Ha visto: Veltroni definisce quelle della Chiesa su temi come la famiglia “sollecitazioni e non ingerenze”. Cosa ne pensa?
“Naturalmente definire quelle della Chiesa attuale “sollecitazioni” è un discreto eufemismo. Io sono a favore della più totale libertà religiosa e del più incondizionato diritto alla parola della Chiesa, come mi pare di aver dimostrato nel caso della visita del Papa alla Sapienza. Guai però a dimenticare che i diritti della chiesa nella repubblica italiana si esercitano nel quadro dell’articolo 7 della Costituzione. E oggi mi pare che siamo davvero all’ingerenza, nella politica e nel processo di formazione delle leggi”.
Veltroni in bus Berlusconi in camper, voi?
“Noi a piedi. On the road”.
Ha mai pensato che Nichi Vendola, il governatore della Puglia, potesse essere un candidato più a sorpresa e quindi più vincente rispetto a Bertinotti?
“Bertinotti è una forte personalità e sta facendo benissimo. Nichi Vendola avrà un grande peso nella costruzione della sinistra unita”.
Tra voi e il Pd è un divorzio per sempre?
“No, in futuro spero un’alleanza. Ma questo comporta ora una competizione”.
Qualcuno sta rinunciando a Sinistra democratica per cercare qualche posto nel Pd. Cosa dice a Olga Di Serio, a Crucianelli, a Nerozzi e a chi l’ha lasciata?
“Che meditino sulle cose dette e scritte da loro medesimi in tutti questi anni, almeno dal Congresso di Pesaro dei Ds del 2001″.
Me lo consenta alla fine dell’intervista: ha sentito D’Alema in questi giorni?
“Sì, mi ha chiamato. Abbiamo parlato del trapianto. Mi ha fatto molto piacere”.

venerdì 7 marzo 2008

Addio a Raul Reyes, il diplomatico che lottava con le armi e con l'ironia

Addio a Raul Reyes, il diplomatico che lottava con le armi e con l'ironia
Un articolo di Ramon Mantovani su Liberazione del 6 marzo 2008

Il compagno, il comandante, Raul Reyes è morto. Il governo colombiano del mafioso Uribe ha così consumato la propria rappresaglia per la recente liberazione unilaterale da parte delle Farc di quattro prigionieri di guerra. Ed ha così confermato di essere un grave fattore di instabilità in America Latina, per conto del governo statunitense, come dimostra l'attuale crisi diplomatica fra Colombia, Ecuador e Venezuela. Ma non sta a me sviluppare altre considerazioni politiche.In questo momento, per me, di profonda tristezza e di rabbia, nel quale affiorano, nella memoria, tante cose politiche e personali, voglio solo ricordare Raul raccontando alcuni episodi. Dico Raul e non altri nomi, perchè non ci sono prove che la compagna Olga Marin sia davvero caduta con il gruppo che Raul comandava. Spero sia viva e di poterla incontrare ancora, un giorno, per parlare con lei di politica e di vita, per ore e ore, come abbiamo fatto tantissime volte in diversi paesi dell'America Latina, in Europa e in Italia. Come abbiamo fatto nei congressi e alle feste di Rifondazione ai quali, quando ha potuto, non è mai mancata. Leggi l'articolo intero

martedì 4 marzo 2008

Bertinotti: solo noi a volere un cambio radicale



Bertinotti: solo noi a volere un cambio radicale Dal candidato della Sinistra una svolta nella campagna elettorale Duro col Pd che candida «falchi padronali» e autocritico su Prodi


Si, il clima della campagna elettorale è cambiato. E ad interpretare questo mutamento di senso e di intensità, intanto, è la novità che si è prodotta a sinistra, appunto la Sinistra Arcobaleno. Erano lo stesso tono, lo stesso stile oratorio, la stessa passione del suo candidato premier, Fausto Bertinotti, a segnalarlo nel discorso tenuto domenica nel teatro Ambra Jovinelli traboccante di partecipanti, davvero diversi fra loro. E ancora Bertinotti, di questo cambiamento della competizione politica, ha dato conto, analiticamente, ieri sera nel confronto con Pier Ferdinando Casini a Porta a Porta . Ha infatti risposto a Bruno Vespa che per quanto riguarda la sinistra «sì, è cambiato il nostro approccio nei confronti del Partito democratico e di Veltroni». Perché dopo che lui stesso, Bertinotti, aveva fatto appello per «bandire la logica dei "fratelli-coltelli"» e misurarsi con il programma piddino «sull'efficacia delle proposte di alternativa alle destre», dopo questo è arrivato altro: proprio per mano del Pd, "in concorso" con il Popolo delle libertà berlusconiano.Anzitutto la «scelta», convergente, di agire «un sistematico martellamento» diretto a «ridurre l'immagine della competizione ad un duopolio». Ma poi, prima Berlusconi e poi Veltroni hanno deciso di brandire la «truffa», il «messaggio illiberale» del «voto utile». E dal Pd, con le dichiarazioni di Anna Finocchiaro «mai smentite da Veltroni», si è arrivati a «fare appello a votare solo uno dei due maggiori partiti, suggerendo che votare per il Pdl sarebbe al limite preferibile a dare il voto alla Sinistra e perciò spingendosi a sollecitare un tradimento del proprio stesso campo». Dunque, sì: la sinistra ha a sua volta cambiato tono. Per una ulteriore causa scatenante: ed è che il Pd ha esibito il fondamento profondo di questo accanimento, di questa pulsione escludente verso sinistra, che sta nella riproposizione d'un «pensiero unico» sulla società. E' emerso definitivamente con la conferma della candidatura del «falco padronale», il presidente di Federmeccanica, il rappresentante dei «discendenti di Valletta».D'altra parte, è la realtà stessa a premere la campagna elettorale. Uno sfondo che si macchia di sangue a sprazzi, dietro il velame di messaggi di fuoriuscita da ogni concezione del conflitto sociale, da ogni denuncia del «sistema di dominazione» che così si propone di lasciar riprodurre «all'infinito», come Bertinotti ha gridato domenica all'Ambra Jovinelli. Lo gridava, là, facendosi soprendere con la voce strozzata in gola a ricordare il 39enne «operaio e compagno» Fabrizio Cannonero, morto a Genova «camallo tra i camalli» e soprattutto morto proprio come suo padre. E Bertinotti ha dovuto ripeterlo ieri sera, davanti alle telecamere Rai di Vespa, per commentare il fatto del giorno, piombato sull'inizio della trasmissione come uno squarcio di verità: la nuova strage del lavoro, di dimensioni paragonabili a quelle della Thyssen torinese, stavolta all'altro capo del Paese, in quella maledetta cisterna di zolfo a Molfetta. Un coro tragico che la Sininistra Arcobaleno cerca di raccogliere e, comunque, sola può farlo: come Bertinotti ancora domenica sottolineava, alzando la voce nella rivendicazione che è «la vera novità» è questo «soggetto unitario e plurale fondato sulla condivisione della critica radicale al modello economico e sociale».Così è di nuovo solo con la sola sinistra, Bertinotti, a invocare dopo la strage di Molfetta la risposta più semplice e immediata, che dovrebbe essere atto dovuto d'una politica pubblica, del governo e dello Stato: la convocazione immediata, stamattina stessa, d'un consiglio dei ministri straordinario per «approvare in via definitiva i decreti attuativi della nuova normativa per la sicurezza sul lavoro». E, poi, solitudine anche nel pretendere ciò che ugualmente dovuto sarebbe da parte del servizio pubblico: di nuovo oggi stesso, stasera, la «trasmissione in prima serata d'un film, uno qualunque, sui morti sul lavoro» - e Bertinotti fa l'esempio di quello di Daniele Segre - per «dare uno choc al Paese, far vedere questa realtà inaccettabile».Ma Bertinotti ricorda che «politiche» sono le «responsabilità» anche in questo «dramma»: che dalle «politiche del lavoro» deriva, anzi dalle «politiche economiche e sociali», ossia sul mercato del lavoro come sull'organizzazione produttiva, con le quali si è «trascinato il Paese in uno sforzo di competizione basato sull'abbattimento dei salari, sulla regressione dei diritti e sulla flessibilità». Dunque, per rispondere davvero a e di quei morti, è queste politiche che «bisogna cambiare».E così il discrimine tra sinistra e «riformismo non di sinistra», come Veltroni ha detto a El Paìs , è rilevato nella sua maggiore profondità: o almeno lo è quello tra sinistra e «un centrosinistra che guarda al centro», che Bertinotti all'Ambra Jovinelli domenica ha concesso come la «più ottimista» definizione del Pd. Un «centrosinistra» la cui deriva verso destra nell'asse generale della politica e della concezione della società, pure, non è irreversibile, ma ad una sola condizione: che sia fatta forte e sia così fatta valere una sinistra, unico fattore di «possibile inversione» in futuro anche dell'orientamento piddino.Non solo per il lavoro, non solo per «la classe», pur intesa nel senso più esteso e rinnovato che fornisce la chiave di lettura della «precarietà», scandagliata domenica da Bertinotti «fuori da un certo economicismo» della tradizione del movimento operaio, in una visione persino «antropologica» e «globale», che guarda al «deposito dei movimenti di Seattle e di Genova», alle nuove generazioni politiche invitate direttamente ad «occupare» il «nuovo edificio da costruire» a sinistra.Nella più distesa circostanza della comunicazione con la platea dell'Ambra Jovinelli, dopo l'introduzione di Patrizia Sentinelli tornata nei combattivi panni di candidata romana da quelli di viceministra degli Esteri e dopo gli appassionati interventi a tutto campo, nel campo delle lotte, di quattro figure come uno studente medio, una dipendente precaria del Comune, un universitario e un'attivista ecologista sul territorio, il candidato premier della Sinistra Arcobaleno ha offerto questo «strumento» ad un ben più vasto spettro di «domande e soggetti di liberazione». Quelle che pure formavano la vasta «domanda di cambiamento» cui Bertinotti ammette, con nettezza, «non siamo stati capaci di rispondere» con l'esperienza dell'Unione e del governo Prodi.Domande che restano e che hanno trovato nel frattempo i loro percorsi di «resistenza» e i modi di «esprimere ricchezza». Dalle «donne» e dalla loro «libertà necessaria», alle nuove «figure della cittadinanza» che sono i migranti come le «libere scelte di orientamento sessuale», gay, lesbico, transgender che sia. Dalla difesa dei territori alla ricerca culturale e artistica, all'azione critica dei e sui saperi.Appunto, l'Arcobaleno di tutti i colori del prendere parte. E, intanto, almeno un'altra campagna elettorale è possibile.

Dai giovani...si parte!

Salve a tutti, compagne e compagni giovani, utenti del blog Sinistra Link! Sono un ragazzo, proveniente dalla provincia di Foggia (Puglia), specificatamente ho 16 anni e frequento il Liceo delle Sc.Sociali presso il capoluogo succitato.Fin dagli studi della scuola media inferiore, ho maturato gli ideali comunisti, pacifisti e no-global, supportato da attività di informazione ed approfondimento costante ed assiduo, con l’ausilio di libri, giornali e documenti.Personalmente, considero che odiernamente,il nuovo soggetto politico della Sinistra l’Arcobaleno, nella travagliata politica italiana, obnubilata dal potere borghese guerrafondaio-imperialista, lobbystico e malaffaristico, americanizzato e liberista, costituisca l’unica valida e proficua alternativa sociale e culturale, come vera istanza di radicale cambiamento e lotta in questo Paese.Un movimento appunto “di parte”, atto a contravvenire agli svariati mali che affliggono la società civile.Iniziamo dalla rete, dalle aule precarie delle nostre scuole, dalle serate in piazza con i nostri amici…conduciamo un cammino di emancipazione e integrazione della generazione giovanile, che si cela nell’indifferenza e nel perbenismo borghese !Dai giovani…si parte !Che non sia solo un cartello elettorale !

Basta omicidi sul lavoro!


sabato 1 marzo 2008

I quattordici punti del programma

Ecco i quattordici punti sui cui si articola il programma della Sinistra Arcobaleno:

1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza
2. Dignità e diritti nel lavoro: lotta alla precarietà
3. Dignità e diritti nel lavoro: salari, fisco e redistribuzione del reddito
4. Laicità: lo spazio di libertà per tutti
5. Libertà e autodeterminazione femminile
6. La pace, il disarmo
7. Proteggere il pianeta: un Patto per il clima
8. Le “Grandi Opere” di cui il Paese ha bisogno
9. Il diritto alla salute e le politiche sociali, indice di civiltà
10. La casa è un diritto, non una merce
11. Convivenza, inclusione, cittadinanza
12. Istruzione, formazione, università e ricerca: le vere risorse per il futuro
13. Tagliare i privilegi, difendere la democrazia
14. Una informazione libera, pluralista, democratica

Il programma completo è pubblicato sul sito ufficiale della Sinistra Arcobaleno, nella pagina http://www.sinistrarcobaleno.it/il-programma/