venerdì 24 ottobre 2008

giovedì 23 ottobre 2008

In difesa della Scuola Pubblica: il dicorso di Calamandrei

IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA – ARTT. 33 E 34 DELLA COSTITUZIONE.
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell'Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l'11 febbraio 1950
[Segnalato dall'ANED Ex-Deportati Torino]

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi,come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili,si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata.

Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico."

L'integrale del discorso è qui: http://groups.google.com/group/ANED-TORINO/web/pietro-calamandrei-in-difesa-della-scuola-pubblica?hl=it

giovedì 16 ottobre 2008

Appello per lo sciopero del 17 ottobre 2008

dal sito http://www.scioperogenerale2008.org/

L’Assemblea nazionale del 17 maggio al Teatro Smeraldo di Milano ha avviato una stagione di lotte e di mobilitazione a sostegno della piattaforma unitaria del sindacalismo di base:

forti aumenti generalizzati per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi e difesa della pensione pubblica - rilancio del ruolo del contratto nazionale come strumento di redistribuzione del reddito - difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all'istruzione;
abolizione delle leggi Treu e 30 - continuità del reddito e lotta alla precarietà lavorativa e sociale, con forme di reddito legate al diritto alla casa, allo studio, alla formazione e alla mobilità;
sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali;
lotta al razzismo che, oltre a negare diritti uguali e la dignità delle persone, scarica sui migranti la responsabilità dei principali problemi sociali.
restituire ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare - pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori - difesa del diritto di sciopero.
Il 20 giugno nelle principali città italiane si sono svolte le prime iniziative di mobilitazione a sostegno della piattaforma e per contrastare i progetti del governo sul piano economico e sociale che hanno visto una larga partecipazione unitaria.

La trattativa in corso tra Confindustria e sindacati concertativi per eliminare di fatto il contratto collettivo nazionale di lavoro, l’affondo del governo sulle privatizzazioni, la profonda crisi salariale che vivono i lavoratori e le loro famiglie, il dilagare della precarietà, il tentativo di smantellare definitivamente la pubblica amministrazione anche attraverso l’attacco ai lavoratori pubblici ed i tagli al personale della scuola e della sanità, il razzismo diffuso a piene mani, i rinnovati venti di guerra ci fanno prevedere un autunno in cui il confronto tra mondo del lavoro, padronato e governo dovrà essere all’altezza della sfida mobilitando lavoratrici e lavoratori per difendere quanto sin qui acquisito con le lotte e per conquistare salario e nuovi diritti.

C’è bisogno di una forte mobilitazione capace di rimettere al centro, attraverso il conflitto, gli interessi del mondo del lavoro, dei precari, degli immigrati; c’è bisogno di una forte partecipazione di lavoratrici e lavoratori, di delegate e delegati, c’è bisogno di rendere visibile la grande determinazione di tutti a sostegno della piattaforma, contro i progetti del padronato e le scelte politiche e sociali del governo.

Per questo parteciperemo e sosterremo lo SCIOPERO GENERALE NAZIONALE promosso dalla CUB, dalla Confederazione COBAS, da SdL Intercategoriale per il 17 ottobre e invitiamo alla più vasta adesione e partecipazione.

A ROMA, PIAZZA DELLA REPUBBLICA h. 9,30

Info su http://www.scioperogenerale2008.org/

martedì 14 ottobre 2008

Vattimo: "La verità è nel conflitto, non nel dialogo"

Un articolo di Barbara Beccaria dal sito dell'ANSA

TORINO - Oggi sarà l'ultimo giorno dietro la cattedra per il filosofo Gianni Vattimo che terrà la sua ultima lezione nell'Aula Magna del Rettorato dell'Università di Torino dal titolo "La verità e l'evento: dal dialogo al conflitto". Va in pensione, dopo 44 anni di ruolo.
Per l'ateneo torinese, per i suoi studenti e per i ricercatori che si sono formati con lui, ragionando dell'attualità del filosofo tedesco Heidegger, il suo pensatore di riferimento e del "pensiero debole", un concetto coniato da lui ed esportato nel mondo, quello di oggi sarà un addio non indolore. Vattimo é un'icona dell'Università di Torino che lo ha tra l'altro visto tante volte in prima fila nella battaglie più di sinistra, non ultima quella nata intorno alla decisione della Fiera del Libro di Torino dell'anno scorso di invitare ufficialmente Israele. Inutile dirsi che lui si era schierato dalla parte dei palestinesi, non certo contro gli ebrei, ma per dire, come sempre, che i più deboli, i più poveri hanno sempre ragione.
E che la "ragion di stato", quella che aveva portato, secondo lui, il governo italiano, tramite la Fiera, a festeggiare i 60 anni di Israele, fa ormai sempre più acqua. Un atteggiamento che anima anche il cuore dell' intervento in Aula Magna. "Oggi si parla tanto di dialogo - ha detto Vattimo - un concetto in bocca a tutti i potenti, in realtà nessuno fa niente davvero per cercare di dialogare con l'altro, con il nemico. Anche Bush ha detto di aver attaccato l'Iraq perché voleva il dialogo".
Per Vattimo "bisogna rilanciare il conflitto, in luogo di un dialogo-panacea che non serve a nessuno, bisogna avere il coraggio di stare da una parte, sperando che sia quella giusta. Ed io ora, so di stare dalla parte dei poveri e di chi non ha voce". Ancora una volta Vattimo, passato negli anni scorsi dal Pd al Pdci (poi abbandonato perché "troppo poco di sinistra") si schiera. "La lezione che ho preparato, l'ultima in questo ateneo che ho amato molto - ha aggiunto - sarà così una sorta di nuova Internazionale che finirà con il recupero di Marx. Ma un Marx molto scomodo, genuino, che i politici di oggi faticano a considerare perché troppo 'illuminato'".
L'addio non sarà privo di commozione, anche per un "freddo" come lui: "Brunetta permettendo io ho passato giorni e nottate in questa Università - ha detto - e l'unica cosa che mi sento di dire, è che adesso avrò più tempo per andare in giro per il mondo, nelle università e nei posti dove mi chiamano, per esempio partirò per le Canarie, poi sarò a Baltimora a fine mese". "Sono il classico 'cervello in fuga' - ha ancora scherzato il filosofo - d'altronde in questo paese l'Università pubblica sta morendo. La vogliono trasformare in un'impresa che fa profitti, imitando le università americane che mirano al denaro e non certo al bene collettivo. Anche le loro borse di studio sono un investimento economico perché mirate a quegli studenti capaci di inventare progetti, prodotti vincenti, che fanno fare soldi. Insomma, la cultura, il senso civile di una scuola è un'altra cosa".

venerdì 10 ottobre 2008

Ferrando (Pcl): dalla manifestazione dell'11 ottobre una proposta di svolta

(ANSA) - ROMA, 8 OTT - ''La manifestazione unitaria delle sinistre contro il governo Berlusconi e il padronato, prevista per l'11 ottobre, deve far emergere una proposta di svolta, all'altezza del nuovo livello dello scontro''. Lo dice Marco Ferrando, leader del Pcl, Partito comunista dei lavoratori. '' Non basta denunciare Berlusconi: e' necessario porsi apertamente l'obiettivo della sua cacciata a partire dalla ricostruzione di un'opposizione radicale e di massa capace di ribaltare i rapporti di forza nella societa''', dice Ferrando. ''Non e' sufficiente manifestare separatamente da un Pd confindustriale: e' necessario rompere con ogni prospettiva di ricomposizione del centrosinistra, e con le giunte locali con il Pd, per costruire un polo di classe indipendente alternativo al liberalismo''. ''Non e' sufficiente - dice ancora - criticare il capitalismo: tanto piu' a fronte della attuale crisi internazionale, e' necessario avanzare un programma anticapitalista che metta in discussione il potere delle banche e delle grandi imprese, e prospetti un governo dei lavoratori quale unica vera alternativa. Su questa proposta di svolta, indirizzata all'intera sinistra italiana, il Pcl organizzera' uno specifico spezzone del corteo dell'11 ottobre''. (ANSA)