lunedì 8 marzo 2010

Russo Spena: preoccupati e indignati

Siamo molto preoccupati e, per questo, molto incazzati, indignati. E ci ribelliamo
di Giovanni Russo Spena
editoriale su www.liberazione.it

La democrazia costituzionale, della cui crisi Liberazione ha fornito un paradigma interpretativo di contesto storico, sembra, ormai, svanita nello stato di eccezione permanente. Il decreto “salva liste Pdl” dimostra l’incompatibilità strutturale del berlusconismo con il sistema delle regole. L’impermeabilità alla stessa civiltà politica. Ci troviamo di fronte a un macroscopico abuso di potere della impunità (come ha scritto l’Economist, non Liberazione). Quando il sistema delle regole viene, per i potenti e solo per i potenti, subordinato alla “sostanza” (come ha affermato Schifani, seconda carica dello Stato, mentre Fini, terza carica dello Stato, questa volta ha taciuto), emerge il vero fondamento della politica delle destre: il plebiscitarismo populista che frantuma ogni sistema normativo che si frappone al rapporto fra il capo supremo e il popolo, considerato massa amorfa e inerte. Siamo giunti ad una forma fascistica della irriducibilità del potere alle regole della convivenza civile. E sono fasciste le parole di La Russa, Alemanno, Polverini, la tentazione della piazza per salvare interessi di parte. E’ un punto delicatissimo: le norme elettorali, che governano la formazione della rappresentanza, cioè della sovranità popolare, sono indisponibili per interpretazioni di parte. E’ stato scritto un precedente di gravità assoluta che trasforma la democrazia, nei comportamenti quotidiani, in procedura marginale che può essere relativizzata. Da oggi muta la percezione del rapporto tra cittadinanza e statualità: perché mai una ragazza che si presenta ad un concorso dovrebbe essere esclusa per errori nelle procedure richieste per l’ammissione? A questo livello di illegalità costituzionale occorrerebbe rispondere, se ne avessimo la forza, con il livello della disobbedienza civile organizzata. Occorrerebbe anche aprire una riflessione sui frutti amari a cui ci ha portato l’imposizione del sistema maggioritario con questa crisi devastante del bipolarismo. Spiace che il presidente della Repubblica, massimo garante della legittimità costituzionale, si sia piegato alle minacce fasciste di Berlusconi: la pavidità dei liberali e la sottovalutazione degli sfregi allo stato di diritto sono state, nella storia, spesso molto perniciose. Questo abuso di potere non è altra cosa rispetto all’emergenzialismo che nutre ogni atto della politica del governo: dalla scelta nucleare, alla privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, dalle leggi razziali alla concezione del “fare” come espressione della gerarchia aziendale che si vuole imporre al vertice del Paese. E’ il medesimo assolutismo padronale che, di fatto, abroga l’art. 1 della Costituzione, il lavoro come fondativo della democrazia repubblicana, attuato attraverso la norma approvata dalla maggioranza in Parlamento che calpesta processo del lavoro, statuto dei diritti dei lavoratori, leggi e contratti collettivi. Siamo solidali con Ferrero e Fantozzi che sono, per questo, in sciopero della fame, lotta per la democrazia, per le libertà e lotte sociali sono, nell’attuale grave contesto, più che mai indivisibili.

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