martedì 23 novembre 2010

FdS: rompere col centrosinistra

Liberazione, 23 novembre 2010
Bellotti: rompere col centrosinistra
intervista di Frida Nacinovich

Claudio Bellotti ha detto "no". Non gli piace la Federazione della sinistra. Il suo è l'unico documento alterativo presentato al congresso lo scorso fine settimana all'hotel Ergife. Domanda d'obbligo al "dissidente": perché non vuoi federarti con Oliviero Diliberto, Cesare Salvi e Giampaolo Patta?
Boccio l'indirizzo politico proposto dalla Federazione. L'alleanza democratica indebolisce la domanda di conflitto che arriva dalla società, è incompatibile con la piattaforma della manifestazione del 16 ottobre, inconciliabile con le lotte dei migranti.

Insomma il congresso della Federazione all'Ergife è stato un disastro.
Per dirne una, la Federazione che stiamo costruendo sceglie di avere un rapporto privilegiato con una componente sindacale, "Lavoro e solidarietà", schierata con la maggioranza della Cgil in chiave concertativa e non con la Fiom. Come si può sostenere di avere le stesse posizioni di Maurizio Landini quando invece sposiamo l'impostazione della maggioranza della Cgil? Che alternativa proponiamo a Marchionne?

Immagino che anche sul profilo più squisitamente politico - il rapporto con il Pd e il resto del centrosinistra in vista delle elezioni - tu sia quantomeno perplesso.
L'accordo con il Pd è una sorta di desistenza, rivista e nemmeno troppo corretta. Stringi stringi si offrono voti per far nascere un governo ma ci si vergogna di dirlo, tanto da decidere di non farne parte. Penso invece che non si debba continuare ad essere ambigui. Da un lato c'è chi sta con le lotte, con la Fiom, con i precari della scuola, con il movimento per l'acqua pubblica, fino in fondo e senza contraddizioni. Dall'altro chi tiene un piede nelle lotte e l'altro nel centrosinistra, sempre pronto a sacrificare le ragioni dei lavoratori alle logiche delle alleanze con forze sociali avverse. In assenza di questa chiara demarcazione è inevitabile che la Federazione della sinistra venga trainata a rimorchio di Sinistra e libertà, posto che quest'ultima incarna in modo molto più lineare l'ipotesi di un nuovo centrosinistra. In altre parole, se la linea è questa i consensi elettorali finiranno per premiare Nichi Vendola.

Citiamo Lenin: che fare?
Bisogna fare un investimento di lungo periodo. Pensare al giorno dopo non porta da nessuna parte una sinistra che dovrebbe essere in grado di proporre alternative alle politiche confindustriali e ad un berlusconismo in crisi. Aggiungo poi che non sono affascinato nemmeno dall'ipotesi di un governo tecnico. Sul punto, Casini ha già detto - e chiaramente - che chi era in piazza con i metalmeccanici della Fiom il 16 ottobre è fuori da un progetto riformista. Io in piazza il 16 c'ero e sono ben contento d essere fuori dal progetto riformista del'Udc.

Pollice verso alla Federazione della sinistra dunque.
La Federazione è un cartello elettorale, peraltro già sperimentato alle europee ed alle regionali. Questo è un congresso anomalo, qui dentro ognuno ci trova ciò che vuole. Certo, Rifondazione comunista sembra una società che ha deciso di vendere la sua quota di controllo. E visto che sono molto critico, aggiungo che questo è anche il congresso più blindato della storia: la platea è totalmente nominata, lo statuto è stato discusso da otto persone, non c'è nessuna possibilità di influire, né sul dibattito né sugli organismi. Tornando al merito, occorre avere il coraggio di fare rotture nette. I movimenti che hanno unito migliaia di persone sull'acqua pubblica e la stessa Fiom con la manifestazione del 16 ottobre, questo coraggio lo hanno avuto.

Qui all'Ergife sono passati Flavia D'Angeli di Sinistra Critica e Marco Ferrando del Partito comunista dei lavoratori, le loro critiche sono molto simili, quasi identiche alle tue.
Ho salutato Flavia e Marco con amicizia e rispetto. Da parte mia ho presentato un documento molto chiaro al congresso: penso che la sinistra debba rompere con il centrosinistra e ripartire dai movimenti sociali. Quindi chiedo alla Federazione un radicale cambiamento di rotta.

Tiriamo le somme: Bellotti dice "no", non fa calcoli elettorali, chiede più lotte e meno alleanze.
Quei compagni che sono saliti sulla gru non si sono chiesti quanti voti avevano. Si sono chiesti quante ragioni avevano per fare quel gesto. Hanno fatto la cosa che ritenevano giusta e si sono guadagnati il consenso di molte persone. Alla sinistra serve coraggio, un coraggio che non sia quello di don Abbondio.